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Nel contesto degli strumenti per contrastare l’emergenza Covid-19, il Governo ha annunciato l’utilizzo di app Immuni ovvero un sistema digitale di contact tracing per il tracciamento dei contatti delle persone contagiate dal coronavirus in Italia.

Con ordinanza n. 10 del 16 aprile 2020 il Commissario straordinario del Governo per l’attuazione ed il coordinamento delle misure per il contenimento ed il contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19, dottor Domenico Arcuri, ha stipulato un contratto con la società Bending Spoons s.p.a. specializzata in particolare nella creazione e distribuzione di app mobili, per lo sviluppo del sistema in oggetto.

Secondo le ultime dichiarazioni del Ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione in accordo con il Ministero della Salute, app Immuni sarebbe caratterizzata per:

  • utilizzo su base volontaria;
  • scaricabile gratuitamente;
  • funzionamento basato su connessioni Bluetooth, non su geolocalizzazione GPS;
  • sistema open source;
  • raccolta dati anonima;
  • cancellazione dati raggiunta la finalità.

Nello specifico app Immuni permetterebbe che:

  • i cellulari conservino in memoria i dati di altri cellulari con cui sono entrati in contatto tramite connessione bluetooth;
  • quando un soggetto che ha scaricato l’app risulta positivo al virus, gli operatori sanitari gli forniscono un codice di autorizzazione con il quale questi può scaricare su un server ministeriale il proprio codice anonimo;
  • i cellulari tramite l’app prendono dal server i codici dei contagiati;
  • se l’app riconosce tra i codici nella propria memoria un codice di un soggetto contagiato, visualizza immediatamente la notifica all’utente.

Con tale sistema un soggetto, che potenzialmente è stato esposto a contagio, viene avvertito e può subito provvedere all’auto isolamento volontario ed a prendere contattati con il proprio medico curante.  L’app permetterebbe dunque di fare controlli sanitari e restringere la rete del contagio, tracciandolo.

Appare evidente la complessità dello strumento e la difficoltà di coniugarlo con la necessità di rispettare diritti e libertà fondamentali dei cittadini.

A tale proposito non pochi dubbi sono sorti con riferimento ai criteri di bilanciamento tra interesse alla salute e interesse alla privacy. Se infatti prevalesse quest’ultimo rispetto alla salute delle persone, allora potrebbe portare alla conseguenza di essere (con)causa della diffusione del contagio. All’opposto se l’interesse alla salute venisse considerato prevalente rispetto alla privacy delle persone contagiate o potenzialmente contagiate, potrebbe portare alla conseguenza di essere (con)causa della morte delle libertà individuali.

Con riferimento alla privacy inoltre diversi dubbi sono stati posti da ANORC in una lettera inviata al Ministro per l’Innovazione ove si chiede di fare chiarezza su finalità e modalità di trattamento, sui tempi di conservazione, sulla tipologia di dati trattati, sulle modalità di pseudonimizzazione, sulla circolazione e disponibilità fisica di questi dati, sulla relativa DPIA. Quindi rimane ancora incerta la perfetta aderenza dell’applicazione ai requisiti richiesti dal Regolamento Europeo 2016/679  in materia di trattamento dei dati personali le cui norme impongono la trasparenza delle informazioni ai soggetti coinvolti nel trattamento, trattandosi di dati assolutamente sensibili e in grado di creare un potenziale pregiudizio agli utilizzatori.

Quid iuris? Non ci resta che attendere i chiarimenti, se e quando arriveranno, da parte del Ministero interpellato.

Anche la Commissione europea ha pubblicato delle linee guida per la realizzazione di applicazioni finalizzate al tracciamento dei contagi Covid nel rispetto del diritto alla salute e della privacy.

Il Garante Privacy Italiano nel frattempo ha predisposto una pagina contenente tutto quanto necessario per comprendere le verifiche portate avanti per esaminare app Immuni e certificarne il valore in termini di rispetto della riservatezza personale.

 

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